30 settembre 2024

Le chiavi del GiòDoom

Tratto dal Giornalino nº 39 del 3 ottobre 1999.





















8 commenti:

Glottodidascalico ha detto...

È triste e difficile commentare la qualità grafica e narrativa di un autore, che magari ha dedicato tempo ed energie per realizzare una storia… ma se già 25 anni fa questa poltiglia grafica e narratologica, che cerca di ammiccare goffamente e inutilmente ai manga umoristici, con soluzioni che dovrebbero "attualizzare" il linguaggio fumettistico per adeguarlo ai tempi, come il "rutto da hamburger" del ragazzino… con un linguaggio da videogiochi già vecchi come "GiòDoom"… con i personaggi storici del Giornalino irriconoscibili nell'accozzaglia grafica, senza scriverci il nome sopra (Piccolo Dente??? Ma dove???)… se questa era l'alternativa e l'adeguamento (fuori tempo massimo) del Giornalino alle TV private, ai videogiochi e ai manga… be', temo che abbia prolungato inutilmente una tristissima agonia, e avrebbe fatto molto meglio a ritirarsi onorevolemente 25 anni fa. Davanti a TikTok e ai ragazzi rintronati dai social del dopo Covid questa roba ti fa venir da pensare che i genitori e i nonni fossero dei dementi, a leggere i fumetti.
La grande epopea del fumetto americano – Iwerks, Gottfredson, Taliaferro, Barks; e poi Segar, Shulz e gli epigoni – sembrava aver toccato il suo apice negli anni '30 e '40, ed essere poi sopravvissuta fino ai '60… gli autori italiani, tra cui quelli del Giornalino, sono riusciti a ridare una nuova vita a ciò che sembrava ormai passato… tanti hanno fatto rinascere filoni narrativi che sembravano ormai irrimediabilmente spenti… E poi di nuovo gli anni '80 erano ormai la fine di quel fumetto "impegnato" che aveva illuminato Linus negli anni d'oro (the king is a fink!)… e mentre il Giornalino si avviava al viale del tramonto Sclavi lasciava vita da cani e Altai & Johnson e iniziava alla Bonelli qualcosa che avrebbe fatto la storia (e che oramai è diventato peggio del Giornalino attuale)… Non credo alla "necessità storica" della decadenza; ci sono epoche in cui è più facile produrre qualcosa di nuovo e interessante (pensate alla fine anni '60 per la musica rock e il fumetto – o la seconda metà del '400 per la pittura e l'architettura) ed epoche in cui è più difficile… ma diciamocelo chiaro: una ciofeca è una ciofeca. E le parole di Quoèlet non so mai state più chiare: "cercare di inseguire il vento", per stare al passo con le mode del tempo… ti fa venir voglia di lodare coloro che sono già morti (editorialmente) o meglio ancora che non sono mai nati…
Scusate l'articolessa, ma l'agonia d'un caro amico è sempre dolorosa… Buona notte a tutti!

Luca Salvagno ha detto...

Grazie (riconosco i miei limiti d’allora e di oggi).

SiMax ha detto...

A me è piaciuto.. un omaggio giusto per tale anniversario.
Fatto con il dovuto rispetto anche ai tanti autori che negli anni hanno collaborato alla rivista.
Più che ai personaggi stessi.
E poi alla fine mi ha pure emozionato, con quell'omaggio li, a Caprioli.
Il puntinato è una chicca.

^__-

Luca Salvagno ha detto...

Grazie!!! (Riconosco anche le mie qualità di allora e di oggi😅)

Luca Salvagno ha detto...

Grazie!!! (Ah… Caprioli😍!)

Glottodidascalico ha detto...

E io riconosco i miei limiti nell'intelligere un testo, disegno e trama, di cui non riesco a trovare una linearità. Non si tratta certo di capacità dell'autore - l'omaggio a Caprioli è indubbiamente grandioso - ma di scelte di linguaggio. Probabilmente sono io a non essere in sintonia con questo tipo di linguaggio, né d'allora né di oggi; né nei fumetti né in altri ambiti. Considerati i risultati editoriali degli ultimi anni, non sono convintissimo che questa scelta linguistica abbia pagato. Resta comunque una scelta assolutamente libera. Io, personalmente, non riesco nemmeno ad ascoltare un brano Hip-Hop (ma neanche ci riuscivo col primo Rap degli anni '80): questo non significa che sia giusto che a tantissima gente piaccia. Un saluto a tutti.

Glottodidascalico ha detto...

Ooops! "*...questo non significa che NON sia giusto...". Scusate. Scritto di getto.

f.terraroli ha detto...

Devo confessare che anche io ho avuto difficoltà a leggere il fumetto (anzi, non sono riuscito a procedere da un certo punto in poi) ma la firma di Luca Salvagno mi ha sorpreso perchè di lui ho in memoria ottimi fumetti e spero sempre che ne produca di nuovi con il suo stile personalissimo (questo evidentemente, oltre a necessità particolari del tema, è anche datato).