ricordo di aver letto la lettera di un lettore che faceva notare come i casi del maresciallo erano "facili". Se non ricordo male, la risposta era con 4-6 pagine non si potevano pretendere casi troppo complessi
Gli assassini de "Le inchieste del maresciallo" erano particolarmente sfortunati. Non solo erano sempre scoperti e arrestati, come in tutti i gialli, ma non riuscivano mai a portare a termine i loro omicidi. Le vittime magari restavano gravemente ferite o in coma, però alla fine se la cavavano sempre. Non era un limite solo di questa serie (nel complesso gradevole) ma di tutto il Giornalino negli anni Ottanta. A un certo pubto, la rivista è sembrata pentirsi dell'audacia mostrata nel decennio precedente, e ha cominciato ad eliminare i morti e a smorzare le situazioni drammatiche anche nei fumetti rivolti ai lettori più adulti, come i gialli e i western.
Disegni e parole... Vedendo il maresciallo in pensione Gaetano Salvini, in maniche di camicia, a zappare l'orticello, come non pensare al commissario Maigret (per gli italiano appunto Gino Cervi, per gli appassionati veri Jean Gabin) che già nei primi romanzi (anticronologici) di Simenon si è ritirato nella casetta sulla Marna, con la sciura Maigret (cito a memoria, chiedo perdono in anticipo per gli svarioni) a coltivare i pomodori, anche se tutti continuano a cercarlo per risolvere casi curiosi... Magìa del Giornalino, dei ricordi, della memoria e della riflessione, in un'epoca in cui TikTok - non diversamente da altri ma forse più di altri - decide per noi cosa VOGLIAMO vedere, ci fa decidere dopo due secondi SE vogliamo conoscere la storia o no, e ci abitua soprattutto a DIMENTICARE dopo pochi secondi - a differenza del tanto calunniato pesce rosso, sembra - cosa abbiamo vissuto, che emozioni abbiamo provato, quanto questa rappresentazione mediatica fosse legata alla vita vera - quanto accade In Real Life... Grazie... come chiamarti? Grazie Zio Giò! Scusami! Mi viene naturale chiamarti così... Da anni ci regali un tempo di riflessione sulla vita, sul mondo, su noi stessi, che, anche se non sembra, è molto più grande e potente di quanto non ci impongano i media attuali. Ecco, l'ho detto. :-)
6 commenti:
Il maresciallo in questione somiglia tanto a Gino Cervi
E' proprio Gino Cervi.
Misteri intricati, ma non troppo...
ricordo di aver letto la lettera di un lettore che faceva notare come i casi del maresciallo erano "facili". Se non ricordo male, la risposta era con 4-6 pagine non si potevano pretendere casi troppo complessi
Gli assassini de "Le inchieste del maresciallo" erano particolarmente sfortunati. Non solo erano sempre scoperti e arrestati, come in tutti i gialli, ma non riuscivano mai a portare a termine i loro omicidi. Le vittime magari restavano gravemente ferite o in coma, però alla fine se la cavavano sempre.
Non era un limite solo di questa serie (nel complesso gradevole) ma di tutto il Giornalino negli anni Ottanta. A un certo pubto, la rivista è sembrata pentirsi dell'audacia mostrata nel decennio precedente, e ha cominciato ad eliminare i morti e a smorzare le situazioni drammatiche anche nei fumetti rivolti ai lettori più adulti, come i gialli e i western.
Disegni e parole... Vedendo il maresciallo in pensione Gaetano Salvini, in maniche di camicia, a zappare l'orticello, come non pensare al commissario Maigret (per gli italiano appunto Gino Cervi, per gli appassionati veri Jean Gabin) che già nei primi romanzi (anticronologici) di Simenon si è ritirato nella casetta sulla Marna, con la sciura Maigret (cito a memoria, chiedo perdono in anticipo per gli svarioni) a coltivare i pomodori, anche se tutti continuano a cercarlo per risolvere casi curiosi... Magìa del Giornalino, dei ricordi, della memoria e della riflessione, in un'epoca in cui TikTok - non diversamente da altri ma forse più di altri - decide per noi cosa VOGLIAMO vedere, ci fa decidere dopo due secondi SE vogliamo conoscere la storia o no, e ci abitua soprattutto a DIMENTICARE dopo pochi secondi - a differenza del tanto calunniato pesce rosso, sembra - cosa abbiamo vissuto, che emozioni abbiamo provato, quanto questa rappresentazione mediatica fosse legata alla vita vera - quanto accade In Real Life... Grazie... come chiamarti? Grazie Zio Giò! Scusami! Mi viene naturale chiamarti così... Da anni ci regali un tempo di riflessione sulla vita, sul mondo, su noi stessi, che, anche se non sembra, è molto più grande e potente di quanto non ci impongano i media attuali. Ecco, l'ho detto. :-)
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