Tratto dal Giornalino nº 44 dell'11 novembre 1987.
Nota del blogger. Il plurale di meteco è meteci.
Sia nel titolo sia nel corpo di questo articolo del 1987 si usa invece metechi.
Non so se sia un errore oppure se effettivamente una volta si usasse metechi.
Mi si perdoni la pedanteria. il greco antico non conosce la "ci" dolce, ma solo la "k" o la "chi" aspirata. il μέτοικος (métoikos, coinquilino) è al plurale μέτοικοι (métoikoi). per convenzione in italiano si usa la pronuncia "meteci" (come li ho sempre chiamati anch'io, sia al liceo che all'università). Si tratta comunque di un problema di traslitterazione. "Metechi", comunque, suona malissimo. Detto questo, al netto della discutibilità di Montanelli nel voler "banalizzare" la cultura greca e (soprattutto) romana assimilandola, in maniera un po' antistorica, a quella dell'Italia sua contemporanea... Grande Giornalino! Si imparava di più in tre paginette su una rivista per ragazzi che in ore e ore di lezione sul manuale a scuola! E grazie allo "Zio Giò" (perdonatemi, mi vien da chiamarlo così) che ci permette questo meraviglioso tuffo nella nostra storia!
2 commenti:
Mi si perdoni la pedanteria. il greco antico non conosce la "ci" dolce, ma solo la "k" o la "chi" aspirata. il μέτοικος (métoikos, coinquilino) è al plurale μέτοικοι (métoikoi). per convenzione in italiano si usa la pronuncia "meteci" (come li ho sempre chiamati anch'io, sia al liceo che all'università). Si tratta comunque di un problema di traslitterazione. "Metechi", comunque, suona malissimo. Detto questo, al netto della discutibilità di Montanelli nel voler "banalizzare" la cultura greca e (soprattutto) romana assimilandola, in maniera un po' antistorica, a quella dell'Italia sua contemporanea... Grande Giornalino! Si imparava di più in tre paginette su una rivista per ragazzi che in ore e ore di lezione sul manuale a scuola! E grazie allo "Zio Giò" (perdonatemi, mi vien da chiamarlo così) che ci permette questo meraviglioso tuffo nella nostra storia!
E, dimenticavo: le mani e i volti dei lavoratori di Toppi sono più intensi di tante pagine di letteratura "impegnata"... Grande, grandissimo Toppi!
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