Nel 1962 ebbe un discreto successo il singolo strumentale Telstar, eseguito dai Tornados, e dedicato al satellite. Credo che, come me, i frequentatori di questo benemerito blog fossero troppo piccoli o non ancora nati al momento, ma sono ragionevolmente convinto che hanno incontrato questa musica negli anni successivi (anche dieci e passa) tra le musiche di sottofondo del monoscopio RAI che occasionalmente compariva anche in orario pomeridiano.
Viaggio oramai oltre i sessanta, come credo la maggior parte dei lettori di questo formidabile blog e ogni volta che leggo un post dedicato ai progressi della scienza e della tecnica mi assale un misto di malinconia e sconforto. Qui si immaginano apparecchi video che porteremo in tasca per aprirci al mondo in un'ottica di pace e fraternità. Adesso tanti questo video lo hanno davvero in tasca solo per condividere abberranti filmati in cui magari pestano un disabile. Come è potuto accadere, mi chiedo, forse perchè i nostri giovani (senza ovviamente dar loro tutte le colpe) non hanno più a disposizione, tra le altre cose, uno strumento potente come il Corrierino che ci aiutava a crescere sereni e curiosi di conoscere. Forse esagero, per questo sono pronto a ricevere le dovute critiche, forse non mi sono spiegato bene e spero nel contributo di altri lettori che, in quanto amanti di questo giornale, possono essere solo persone di spirito costruttivo. Grazie
Sono meno pessimista di Franco. Io sostituirei l'aggettivo tanti che compare nel suo commento con l'aggettivo pochi o, ancor meglio, pochissimi. I giovani che io conosco sono molto più aperti e meno retrivi di molte persone mature che frequento. Questi giovani, anche se sembrano rincoglioniti nel loro stare ossessivamente attaccati al cellulare che portano in tasca, mi dimostrano invece quotidianamente di non avere molti pregiudizi che affliggono invece noi vecchi.
Verissimo. Infatti, come ho scritto, ho esagerato nel generalizzare e quel "tanti" mi è scappato nella fretta di commentare il post. Anch'io conosco tanti giovani e fortunatamente la stragrande maggioranza è come dici tu e l'impressione negativa nasce dal fatto che fa sempre notizia il comportamento abietto. Mi auguro proprio che tutti questi giovani per bene scoprano, se non l'hanno già fatto, il blog e i suoi formidabili contenuti. Cari saluti
Capisco le ragioni ed i sentimenti del un mio coetaneo e del suo commento ma … Generalizzare forse non è mai un bene Essere troppo pessimisti non è mai un bene Benchè “ a parlar male si faccia peccato ma spesso si abbia ragione” Ma non è questo lo spirito di questo blog, né queste credo le sue intenzioni. Questo è un piccolo archivio affidato al mare di internet perché queste piccole (per noi magnifiche) storie e sensazioni possano sopravvivere alla tempesta del tempo. Questa era la nostra internet. Queste pagine colorate i nostri google, facebook e twitter. Questo il nostro affaccio sul mondo. Con questi colori in testa abbiamo costruito, noi, il mondo di oggi. Qui troviamo le radici. E non vogliamo che scompaiano del tutto. Un blog per sopravvivere. I giovani d’oggi sono altra cosa. Sono ormai i nostri nipoti. Lontani da queste storie come noi eravamo lontani dalle storie intorno ad un focolare dei nostri nonni. Eppure infine così vicini.
5 commenti:
Nel 1962 ebbe un discreto successo il singolo strumentale Telstar, eseguito dai Tornados, e dedicato al satellite. Credo che, come me, i frequentatori di questo benemerito blog fossero troppo piccoli o non ancora nati al momento, ma sono ragionevolmente convinto che hanno incontrato questa musica negli anni successivi (anche dieci e passa) tra le musiche di sottofondo del monoscopio RAI che occasionalmente compariva anche in orario pomeridiano.
Viaggio oramai oltre i sessanta, come credo la maggior parte dei lettori di questo formidabile blog e ogni volta che leggo un post dedicato ai progressi della scienza e della tecnica mi assale un misto di malinconia e sconforto. Qui si immaginano apparecchi video che porteremo in tasca per aprirci al mondo in un'ottica di pace e fraternità. Adesso tanti questo video lo hanno davvero in tasca solo per condividere abberranti filmati in cui magari pestano un disabile.
Come è potuto accadere, mi chiedo, forse perchè i nostri giovani (senza ovviamente dar loro tutte le colpe) non hanno più a disposizione, tra le altre cose, uno strumento potente come il Corrierino che ci aiutava a crescere sereni e curiosi di conoscere.
Forse esagero, per questo sono pronto a ricevere le dovute critiche, forse non mi sono spiegato bene e spero nel contributo di altri lettori che, in quanto amanti di questo giornale, possono essere solo persone di spirito costruttivo. Grazie
Sono meno pessimista di Franco.
Io sostituirei l'aggettivo tanti che compare nel suo commento con l'aggettivo pochi o, ancor meglio, pochissimi.
I giovani che io conosco sono molto più aperti e meno retrivi di molte persone mature che frequento.
Questi giovani, anche se sembrano rincoglioniti nel loro stare ossessivamente attaccati al cellulare che portano in tasca, mi dimostrano invece quotidianamente di non avere molti pregiudizi che affliggono invece noi vecchi.
Verissimo. Infatti, come ho scritto, ho esagerato nel generalizzare e quel "tanti" mi è scappato nella fretta di commentare il post.
Anch'io conosco tanti giovani e fortunatamente la stragrande maggioranza è come dici tu e l'impressione negativa nasce dal fatto che fa sempre notizia il comportamento abietto.
Mi auguro proprio che tutti questi giovani per bene scoprano, se non l'hanno già fatto, il blog e i suoi formidabili contenuti.
Cari saluti
Capisco le ragioni ed i sentimenti del un mio coetaneo e del suo commento ma …
Generalizzare forse non è mai un bene
Essere troppo pessimisti non è mai un bene
Benchè “ a parlar male si faccia peccato ma spesso si abbia ragione”
Ma non è questo lo spirito di questo blog, né queste credo le sue intenzioni. Questo è un piccolo archivio affidato al mare di internet perché queste piccole (per noi magnifiche) storie e sensazioni possano sopravvivere alla tempesta del tempo.
Questa era la nostra internet. Queste pagine colorate i nostri google, facebook e twitter. Questo il nostro affaccio sul mondo. Con questi colori in testa abbiamo costruito, noi, il mondo di oggi. Qui troviamo le radici. E non vogliamo che scompaiano del tutto. Un blog per sopravvivere.
I giovani d’oggi sono altra cosa. Sono ormai i nostri nipoti. Lontani da queste storie come noi eravamo lontani dalle storie intorno ad un focolare dei nostri nonni.
Eppure infine così vicini.
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