Tratto dal nº 35 del 5 settembre 1976 del Giornalino.
In un ironico intervento di Alfredo Castelli, raccolto dai membri dell’Inducks italiano (il gruppo che si occupa di catalogare tutti i fumetti disneyani prodotti in Italia), si legge:
«L’unico particolare che mi ricordo è quello
che segue. La premessa è che se c’è una cosa
che da sempre detesto sono le riunioni in cui si
cincischia e non si conclude nulla. Non sono un
efficientista: semplicemente me ne andrei a
spasso, o a dormire, o a far altro. Nel ’76, non
ricordo per quali giri, mi convocarono alla
McCann-Erickson (mi pare: il nome dell’agenzia
dev’essere segnato sulle tavole) per parlare di
una possibile pubblicità a fumetti del dentifricio
Paperino’s. Iniziò così una riunione-fiume con i
rappresentanti del cliente per stabilire quale
personaggio inventare come testimonial. Un
dentista? Un ortaggio animato? Uno spazzolino
vivente? E via dicendo per ore, senza cavare un
ragno dal buco. A un certo punto, quando l’orchite
stava per ghermirmi, ho commentato, tanto per
dire qualcosa: "E’ ovvio che Paperino sarebbe il
protagonista più adatto, ma se non se ne parla
evidentemente la Disney non ha concesso i diritti
per utilizzarlo. Come mai?" Sorpresa generale:
"Paperino?" "Già, potrebbe essere un’idea".
Morale, e incredibile a dirsi, nessuno aveva
pensato di utilizzarlo. La scelta fu approvata e
nacque quella serie di gag di cui non sono
particolarmente orgoglioso; inoltre si confermò un
mio atteggiamento (già allora maturato da tempo)
se non proprio ostile comunque di forte sospetto
nei confronti dei pubblicitari.»
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