Bel romanzo. Avevo letto il libro da piccolo, e mi era piaicuto molto. Ma adesso chissa' dov'e' finito ... per fortuna me l'hai riportato tu, grazie !
Certo che adesso lo stile appare un po' datato, ma penso sia stato un pioniere allora: non credo esistessero altre storie di avventura per ragazzi ambientate nel risorgimento.
Lo stile "datato" non si può considerare un difetto. L'autore (che non conoscevo, ma molto bravo) ha volutamente imitato il modo di scrivere che si usava nell'Ottocento. Ho avuto due motivi supplementari per apprezzare la storia: è ambientata nella mia Romagna ed è stata scritta in un periodo in cui gli italiani erano ancora orgogliosi del loro Risorgimento, prima che destra e sinistra facessero a gara per denigrarlo.
L'autore, Carlo Triberti, fu un grande direttore del Corriere dei Piccoli dal 1964 al 1971. Fu sotto di lui che il CdP dal 1968 in poi introdusse moltissimi fumetti della scuola franco-belga. Puoi leggere di più su Triberti nella voce di Wikipedia del CdP e, se vuoi, vedere i suoi contributi presenti in questo blog cercando Triberti in questo indice.
Non posso che concordare con Corrierino. In pratica il mio periodo di sistematica lettura e acquisto del CdP (68-70, i primi anni di scuola) coincise con gli ultimi anni della direzione Triberti. Si è già parlato più volte della successiva evoluzione della rivista, con alti e bassi che l'avrebbero poi portata a presentarsi, nella seconda metà dei '70, nel deprimente formato del Corrier Boy. Probabilmente era comunque impossibile mantenere una sperimentazione continua come quella che portò alla proposta della scuola franco-belga, e il CdP non riuscì mai a costruire intorno a sé una comunità e un brand come invece riuscì a fare Topolino (che però poteva contare sul successo internazionale della Disney). Dalle mie scuole medie, trovai sperimentazione nel Linus di Oreste del Buono. Evidentemente l'editore Rizzoli aveva progressivamente rinunciato al target dei bambini in evoluzione culturale, preferendo coltivare gusti più tradizionalmente infantili e riservando invece maggiori attenzioni ai preadolescenti e adolescenti, che cominciavano a essere più ideologizzati. Va bene, ormai è passato mezzo secolo, però rimane un po' di nostalgia ... Nel riquadro pubblicitario, si parla del Formitrol, all'epoca a base di formaldeide, un composto poi proibito ...
5 commenti:
Bel romanzo.
Avevo letto il libro da piccolo, e mi era piaicuto molto. Ma adesso chissa' dov'e' finito ... per fortuna me l'hai riportato tu, grazie !
Certo che adesso lo stile appare un po' datato, ma penso sia stato un pioniere allora: non credo esistessero altre storie di avventura per ragazzi ambientate nel risorgimento.
Lo stile "datato" non si può considerare un difetto. L'autore (che non conoscevo, ma molto bravo) ha volutamente imitato il modo di scrivere che si usava nell'Ottocento.
Ho avuto due motivi supplementari per apprezzare la storia: è ambientata nella mia Romagna ed è stata scritta in un periodo in cui gli italiani erano ancora orgogliosi del loro Risorgimento, prima che destra e sinistra facessero a gara per denigrarlo.
L'autore, Carlo Triberti, fu un grande direttore del Corriere dei Piccoli dal 1964 al 1971. Fu sotto di lui che il CdP dal 1968 in poi introdusse moltissimi fumetti della scuola franco-belga. Puoi leggere di più su Triberti nella voce di Wikipedia del CdP e, se vuoi, vedere i suoi contributi presenti in questo blog cercando Triberti in questo indice.
Anni eccezionali per il CdP!
Non posso che concordare con Corrierino. In pratica il mio periodo di sistematica lettura e acquisto del CdP (68-70, i primi anni di scuola) coincise con gli ultimi anni della direzione Triberti. Si è già parlato più volte della successiva evoluzione della rivista, con alti e bassi che l'avrebbero poi portata a presentarsi, nella seconda metà dei '70, nel deprimente formato del Corrier Boy. Probabilmente era comunque impossibile mantenere una sperimentazione continua come quella che portò alla proposta della scuola franco-belga, e il CdP non riuscì mai a costruire intorno a sé una comunità e un brand come invece riuscì a fare Topolino (che però poteva contare sul successo internazionale della Disney). Dalle mie scuole medie, trovai sperimentazione nel Linus di Oreste del Buono. Evidentemente l'editore Rizzoli aveva progressivamente rinunciato al target dei bambini in evoluzione culturale, preferendo coltivare gusti più tradizionalmente infantili e riservando invece maggiori attenzioni ai preadolescenti e adolescenti, che cominciavano a essere più ideologizzati.
Va bene, ormai è passato mezzo secolo, però rimane un po' di nostalgia ...
Nel riquadro pubblicitario, si parla del Formitrol, all'epoca a base di formaldeide, un composto poi proibito ...
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