10 maggio 2022

Le 18 ore del K2

Tratto dal nº 29 del 16 luglio 1961 al nº 30 del 23 luglio 1961 del Corriere dei Piccoli.









3 commenti:

Anonimo ha detto...

Sappiamo ora che il K2 non fu una bella storia.
Ma allora trapelarono poche notizie (in realtà parlo per ricostruzioni: alla pubblicazione ero nato da pochi mesi), e il CdP si attenne alla vulgata. Credo che per i giovani lettori dell'epoca sia stato comunque un bel fumetto ...

Contix ha detto...

Per Anonimo: Infatti. purtroppo oggi sappiamo, grazie a testimonianze e prove fotografiche degli stessi scalatori, che Compagnoni e Lacedelli arrivarono fino in cima CON le bombole d'ossigeno e non senza come anche il fumetto dice e come all'epoca disse anche la versione ufficiale di Ardito Desio. E di chi portò loro quelle bombole che diedero un impulso decisivo per la conquista della vetta, ossia Walter Bonatti, non se ne fa la minima menzione: il poveretto rischiò addirittura di morire assiderato dovendo passare la notte all'addiaccio, perché i due scalatori non si erano fatti trovare nel punto prestabilito....questione di cui ancora oggi le polemiche non si sono sopite. Peccato, perché senza queste "macchie", la conquista del K2 sarebbe stata davvero eroica.

coroner ha detto...

Già, e inoltre ci si dimentica sempre del contributo inarrivabile dei vari Sherpa e Hunza, considerati quasi come "facchini" e non per le loro eccezionali capacità alpinistiche.
D'altronde si può comprendere che le polemiche andassero sopite; l'Italia aveva bisogno di visibilità e di un forte spot internazionale.
Era da cinque anni nella Nato ma non era ancora stata ammessa all'Onu, e stava trattando duramente per Trieste, che sarebbe ritornata alla sua sovranità tre mesi dopo.
Da pochi mesi erano iniziate le trasmissioni tv della Rai, ed Enrico Natta stava realizzando ciò che sarebbe diventato il Moplen, e un anno dopo sarebbe stata presentata la Fiat 600.
Si può quasi dire che questa spedizione non solo sportiva sia stata una delle scintille del "miracolo" del dopoguerra.