Mah... posto che tutti sembrano calmi e tranquilli, e che le macchine non corrono e nessuno si butta in mezzo alla strada... forse il soldato che sta dipingendo il muro, seduto senza alcuna protezione su un'asse appesa al balcone sovrastante. Però è molto vicino a terra, quindi anche cadendo non dovrebbe farsi male.
Non è un soldato, caro Fantasio, è un muratore. All'epoca erano soliti coprirsi con delle "bustine" che ricordavano quelle dei soldati (ecco probabilmente sei stato tratto in inganno da questo) ma erano confezionate con fogli di giornali :-)
Confermo: è un berretto da muratore, fatto generalmente con carta di giornale. Dalle mie parti credo si usi ancora, e anche la mancanza di sicurezza dove non ci sono controlli... C'è ancora chi monta le unità esterne dei condizionatori spenzolandosi dalle finestre dei piani alti!
Direi la signora (una sarta?) con gli spilli in bocca, anche perché forse è l'unica azione che un bambino potrebbe imitare. Ma con il senno di poi non scherzano nemmeno l'automobilista senza cintura (aut il motociclista senza casco), appunto l'imbianchino a penzoloni e anche la ragazza che stende i panni, con una balaustra alta alla coscia - si appoggia e finisce sul notaio. E' a forte rischio anche il soggetto (studente?) all'ultimo piano, invaghito di una donzella così sconsiderata da mettere una pianta in vaso in bilico sulle tegole, pronta per centrare il capocollo del pasticciere sottostante.
@ Kaksy e Bruno: in effetti è probabile che sia un "berretto" da muratore, ma la somiglianza con Gibernetta è tale da farmi pensare che sia voluta... @ coroner: la mancanza di casco e cintura non può essere, nel 1960 nessuno dava importanza a queste cose. Credo anzi che in Italia neanche esistessero automobili dotate di cinture. @ Ivan: quello dei bambini in effetti può essere, anche se (o forse proprio per questo) all'epoca era un comportamento frequentissimo e considerato normale.
Quando l'anno scorso ho scansionato questa tavola mi son messo gli occhiali del 1960 e ho visto un solo personaggio che fa una cosa pericolosa e che i bambini del 1960 avrebbero potuto imitare (anche perché negli anni '60 la mia mamma, che faceva proprio quel lavoro là, mi diceva sempre che, sebbene lei potesse farlo, io mai e poi mai avrei dovuto imitarla).
Probabilmente Corrierino si riferisce alla sarta che tiene gli spilli in bocca, che certo è una buona candidata. Però la frase esatta è "mi raccomando, specialmente voi bambini, non imitatelo", il che significa che sta facendo una cosa "specialmente" pericolosa per i bambini, ma che anche in generale è pericolosa. Io resto dell'idea che sia il muratore-soldato o, in alternativa, la tizia che stende i panni in un luogo dove la ringhiera è bassa. Entrambi sono a rischio caduta, e non c'è dubbio che un bambino lo sarebbe di più. La Nidasio, poi, scrive "non imitatelO" e, anche se il maschile è riferito al termine "personaggio", non escludo che inconsciamente se ne sia servita perché stava pensando a un personaggio maschile piuttosto che femminile. Sarebbe bello se altri lettore del blog dicessero la loro. :-)
@Fantasio: Niente cinture in auto o casco per le moto, negli anni '50-60... La ringhiera bassa è da escludere perché Grazia Nidasio le disegnava tutte così, forse per non coprire una parte maggiore del disegno... Resta il fatto che quasi tutti hanno dei comportamenti potenzialmente pericolosi!
Beh, se è per questo quasi tutti i pedoni camminano in mezzo alla strada invece che sul marciapiede, inclusi molti bambini piccoli e piccolissimi, e spesso sotto l'occhio benevolo dei genitori!
Chiaro che cinture e casco sono il "sentire attuale", come avevo peraltro scritto - ma anche le cautele per il gioco in strada e perfino per l'assetto dell'imbianchino all'epoca sarebbero state inaudite. Poi quando un operaio cascava da un'impalcatura era una "tragica fatalità". Comunque le prime cinture, non ancora a tre punti di attacco, già c'erano - perfino disponibili di serie sulla Volvo 122 S, la mitica "Amazon".
Ma la bellezza del quadretto è la presenza dei piccoli negozi monotematici ormai scomparsi da anni, e delle mansioni personali che si intravedono. Piccolo mondo antico, ed era già l'Italia del boom. Stranamente nessuno fuma e chissà se è casuale.
Ah, oggi sarebbe in pericolo anche il mio collega che visita un paziente con la finestra aperta, in totale violazione della privacy :-)
Molto interessante la discussione. Ogni persona ha il suo naturale punto di vista. Sarà che il sottoscritto si muove prevalentemente in bicicletta, ed osservando la stupenda immagine della grande Nidasio, e nel tentativo di contestualizzare l'insieme, sono stato subito colpito dal ciclista. Il garzone del forno, così penso dato la gerla per il pane, con indosso la bustina, sta alla sinistra della macchina, atteggiamento pericoloso e che va contro il codice della strada. Per altro, pubblicato anche su Corrierino https://corrierino-giornalino.blogspot.com/2022/01/bicicletta-primo-passo.html codici di comportamento per la biciletta in strada, 1958, spiega bene come la bicicletta deve comportarsi in strada. Però, non manca un occhio di riguardo allo stesso notaio che, con non curanza, sta attraversando la strada fuori dalle strisce pedonali. Una della prime cose che si ripetevano ai bambini, solo sulle strisce, guarda attentamente che sia libero prima a sinistra, poi a destra e attraversa velocemente. Per il resto, ben oltre 10 anni dopo, insieme agli amici io stesso da bambino passavo il tempo nel mezzo della strada a giocare a pallone, ci si fermava quando passavano le macchine, in verità ben poche, e poi la strada era il "campo" di gioco per eccellenza, nascondino, mosca cieca e tanti altri gioco li si faceva proprio sull'asfalto della strada, si iniziava alle 8 di mattina e dopo il pranzo si proseguiva fino alle 20.00 ed oltre. Altri tempi, ovviamente, che non possono né ripetersi e, giustamente, immaginare oggi possibili.
A dirla tutta, ci sono anche delle incongruenze... il ciclista non è in difetto per la sua posizione, ma perché si ferma in strada a parlare dopo aver percorso la strada contromano, come contromano è anche l'auto senza autista parcheggiata... Il senso unico lo si evince dal fatto che tutti i veicoli marcianti vanno nella stessa direzione. Il notaio attraversa sulle strisce, che però (come in ogni brava strada a traffico intenso) sono quasi completamente cancellate. Come rilevato da @Fantasio, c'è anche la mamma incosciente che tiene il bambino (col giocattolo) alla sua sinistra fuori dal marciapiedi...
Via Rosolino Pilo esiste, è dritta e termina con un'ampia curva a destra in Piazza Otto Novembre. Proprio dove ci sono i bambini che giocano a pallone e dove c'è un Bar
A ben vedere c'è un altro personaggio che potrebbe essere quello giusto: la ragazza che cammina sulla strada a fianco di quella che cammina sul marciapiede, di fianco alla sarta... Certo, la sarta ha gli spilli in bocca ma mi sembra che, come l' imbianchino sul precario ponteggio, questo faccia parte del mestiere... E' anche pieno di bambini in strada, ma nel 1960 io ci giocavo in strada...(non a Milano), ma sembra siano lì per fare da spettatori...
17 commenti:
Mah... posto che tutti sembrano calmi e tranquilli, e che le macchine non corrono e nessuno si butta in mezzo alla strada... forse il soldato che sta dipingendo il muro, seduto senza alcuna protezione su un'asse appesa al balcone sovrastante. Però è molto vicino a terra, quindi anche cadendo non dovrebbe farsi male.
Non è un soldato, caro Fantasio, è un muratore. All'epoca erano soliti coprirsi con delle "bustine" che ricordavano quelle dei soldati (ecco probabilmente sei stato tratto in inganno da questo) ma erano confezionate con fogli di giornali :-)
Confermo: è un berretto da muratore, fatto generalmente con carta di giornale. Dalle mie parti credo si usi ancora, e anche la mancanza di sicurezza dove non ci sono controlli... C'è ancora chi monta le unità esterne dei condizionatori spenzolandosi dalle finestre dei piani alti!
Direi la signora (una sarta?) con gli spilli in bocca, anche perché forse è l'unica azione che un bambino potrebbe imitare.
Ma con il senno di poi non scherzano nemmeno l'automobilista senza cintura (aut il motociclista senza casco), appunto l'imbianchino a penzoloni e anche la ragazza che stende i panni, con una balaustra alta alla coscia - si appoggia e finisce sul notaio.
E' a forte rischio anche il soggetto (studente?) all'ultimo piano, invaghito di una donzella così sconsiderata da mettere una pianta in vaso in bilico sulle tegole, pronta per centrare il capocollo del pasticciere sottostante.
Se è rivolto ai bambini come comportamento da non imitare, potrebbero essere quelli che giocano a pallone accanto alla strada trafficata.
Via Rosolino Pilo numero 8. Chissa? Magari era dove abitava Nidasio!
@ Kaksy e Bruno: in effetti è probabile che sia un "berretto" da muratore, ma la somiglianza con Gibernetta è tale da farmi pensare che sia voluta...
@ coroner: la mancanza di casco e cintura non può essere, nel 1960 nessuno dava importanza a queste cose. Credo anzi che in Italia neanche esistessero automobili dotate di cinture.
@ Ivan: quello dei bambini in effetti può essere, anche se (o forse proprio per questo) all'epoca era un comportamento frequentissimo e considerato normale.
Quando l'anno scorso ho scansionato questa tavola mi son messo gli occhiali del 1960 e ho visto un solo personaggio che fa una cosa pericolosa e che i bambini del 1960 avrebbero potuto imitare (anche perché negli anni '60 la mia mamma, che faceva proprio quel lavoro là, mi diceva sempre che, sebbene lei potesse farlo, io mai e poi mai avrei dovuto imitarla).
Probabilmente Corrierino si riferisce alla sarta che tiene gli spilli in bocca, che certo è una buona candidata. Però la frase esatta è "mi raccomando, specialmente voi bambini, non imitatelo", il che significa che sta facendo una cosa "specialmente" pericolosa per i bambini, ma che anche in generale è pericolosa. Io resto dell'idea che sia il muratore-soldato o, in alternativa, la tizia che stende i panni in un luogo dove la ringhiera è bassa. Entrambi sono a rischio caduta, e non c'è dubbio che un bambino lo sarebbe di più.
La Nidasio, poi, scrive "non imitatelO" e, anche se il maschile è riferito al termine "personaggio", non escludo che inconsciamente se ne sia servita perché stava pensando a un personaggio maschile piuttosto che femminile.
Sarebbe bello se altri lettore del blog dicessero la loro. :-)
Già prima di leggere i vostri commenti, anche io ero giunto a ipotizzare che si tratti della sarta...
@Fantasio: Niente cinture in auto o casco per le moto, negli anni '50-60... La ringhiera bassa è da escludere perché Grazia Nidasio le disegnava tutte così, forse per non coprire una parte maggiore del disegno... Resta il fatto che quasi tutti hanno dei comportamenti potenzialmente pericolosi!
Beh, se è per questo quasi tutti i pedoni camminano in mezzo alla strada invece che sul marciapiede, inclusi molti bambini piccoli e piccolissimi, e spesso sotto l'occhio benevolo dei genitori!
Chiaro che cinture e casco sono il "sentire attuale", come avevo peraltro scritto - ma anche le cautele per il gioco in strada e perfino per l'assetto dell'imbianchino all'epoca sarebbero state inaudite.
Poi quando un operaio cascava da un'impalcatura era una "tragica fatalità".
Comunque le prime cinture, non ancora a tre punti di attacco, già c'erano - perfino disponibili di serie sulla Volvo 122 S, la mitica "Amazon".
Ma la bellezza del quadretto è la presenza dei piccoli negozi monotematici ormai scomparsi da anni, e delle mansioni personali che si intravedono. Piccolo mondo antico, ed era già l'Italia del boom.
Stranamente nessuno fuma e chissà se è casuale.
Ah, oggi sarebbe in pericolo anche il mio collega che visita un paziente con la finestra aperta, in totale violazione della privacy :-)
Molto interessante la discussione.
Ogni persona ha il suo naturale punto di vista.
Sarà che il sottoscritto si muove prevalentemente in bicicletta, ed osservando la stupenda immagine della grande Nidasio, e nel tentativo di contestualizzare l'insieme, sono stato subito colpito dal ciclista.
Il garzone del forno, così penso dato la gerla per il pane, con indosso la bustina, sta alla sinistra della macchina, atteggiamento pericoloso e che va contro il codice della strada.
Per altro, pubblicato anche su Corrierino https://corrierino-giornalino.blogspot.com/2022/01/bicicletta-primo-passo.html codici di comportamento per la biciletta in strada, 1958, spiega bene come la bicicletta deve comportarsi in strada.
Però, non manca un occhio di riguardo allo stesso notaio che, con non curanza, sta attraversando la strada fuori dalle strisce pedonali.
Una della prime cose che si ripetevano ai bambini, solo sulle strisce, guarda attentamente che sia libero prima a sinistra, poi a destra e attraversa velocemente.
Per il resto, ben oltre 10 anni dopo, insieme agli amici io stesso da bambino passavo il tempo nel mezzo della strada a giocare a pallone, ci si fermava quando passavano le macchine, in verità ben poche, e poi la strada era il "campo" di gioco per eccellenza, nascondino, mosca cieca e tanti altri gioco li si faceva proprio sull'asfalto della strada, si iniziava alle 8 di mattina e dopo il pranzo si proseguiva fino alle 20.00 ed oltre.
Altri tempi, ovviamente, che non possono né ripetersi e, giustamente, immaginare oggi possibili.
gianLuca...
Fumettoteca
A dirla tutta, ci sono anche delle incongruenze... il ciclista non è in difetto per la sua posizione, ma perché si ferma in strada a parlare dopo aver percorso la strada contromano, come contromano è anche l'auto senza autista parcheggiata... Il senso unico lo si evince dal fatto che tutti i veicoli marcianti vanno nella stessa direzione. Il notaio attraversa sulle strisce, che però (come in ogni brava strada a traffico intenso) sono quasi completamente cancellate. Come rilevato da @Fantasio, c'è anche la mamma incosciente che tiene il bambino (col giocattolo) alla sua sinistra fuori dal marciapiedi...
Via Rosolino Pilo esiste, è dritta e termina con un'ampia curva a destra in Piazza Otto Novembre. Proprio dove ci sono i bambini che giocano a pallone e dove c'è un Bar
A ben vedere c'è un altro personaggio che potrebbe essere quello giusto: la ragazza che cammina sulla strada a fianco di quella che cammina sul marciapiede, di fianco alla sarta...
Certo, la sarta ha gli spilli in bocca ma mi sembra che, come l' imbianchino sul precario ponteggio, questo faccia parte del mestiere...
E' anche pieno di bambini in strada, ma nel 1960 io ci giocavo in strada...(non a Milano), ma sembra siano lì per fare da spettatori...
Posta un commento