17 aprile 2025

La fattoria minacciata

La prima avventura di Speedy Car apparsa sul Giornalino nº 43 del 29 ottobre 1986.



















Qui sotto lo strillo apparso sul Giornalino nº 38 del 24 settembre 1986.



9 commenti:

SimoneGallina™ ha detto...

interessante refuso: Sergio ZANIBONI diventa S. Zaniboli

SiMax ha detto...

Quanto successo aveva Hazzard nei primi anni 80.. eh

MIchele Dr ha detto...

@SiMax

A me sembra che ci sia anche una ispirazione dalla serie TV Supercar, trasmessa negli stessi anni.

Ciao.

Michele

Rado il Figo ha detto...

In effetti era un mix fra Hazzard (con sceriffo Bullard quale Boss Hogg e Rufus quale sceriffo Rosco) e Supercar, con una premessa assurda (la polizia sa dov'è nascosto il bottino di un criminale, stende un rapporto... e lo lascia là?). Era l'ultima annata da abbonato al Giornalino, che non rinnovai deluso dalla piega che stavano prendendo le nuove serie, col preoccupante rialzo delle "imitazioni", vedi anche Topeka Smith quale neo Indiana Jones

giansampo ha detto...

In quel periodo (seconda metà degli anni Ottanta), Paola Ferrarini, alias Lina, era attivissima: oltre a scrivere Speedy Car, sceneggiava anche tutte le storie di "Nicoletta", il ciclo di "Mitty" (a proposito, avremo la sorpresa di vederla su queste pagine?) e addirittura "Agente Allen" (subentrando a Tiziano Sclavi, che era troppo occupato a creare "Dylan Dog"), per non parlare di tantissime storie autoconclusive "a ruota libera" con vari disegnatori.

MIchele Dr ha detto...

@Rado il Figo

in quelli anni qual era l'ultima serie a fumetti del Giornalino che secondo te era degna dell'abbonamento? I primi anni '80 del Giornalino non li conosco tantissimo...

Ciao.

Angelo Cappelli ha detto...

Rivedendo i Giornalini di quel periodo (seconda metà degli anni Ottanta) mi ha colpito l'ampio spazio dedicato alle versioni a fumetti di serie telvisive (Sherlock Holmes, Gli Snorky, Foofur) abbastanza mediocri, anche perchè già gli orginali non erano memorabili.

giansampo ha detto...

In realtà bisognerebbe distinguere: l'originale di Sherlock Holmes (cioè la serie animata "Il fiuto di Sherlock Holmes") era memorabile per davvero e molto ben fatta, in quanto frutto della collaborazione tra il grande Hayao Miyazaki e lo studio dei fratelli Pagot, Marco e Gina.
Fu proprio anzi grazie a questa esperienza che Miyazaki riunì lo staff che poi confluì in quello che diventò lo "Studio Ghibli", e non a caso, nel futuro capolavoro "Porco Rosso" (ambientato in Italia), Miyazaki omaggerà i fratelli dando al protagonista il nome di "Marco Pagotto", e alla sua innamorata quello di Gina.
Ah, dimenticavo: tutti i testi degli adattamenti di Sherlock Holmes sul Giornalino erano scritti da Toni Pagot (sempre in famiglia, insomma).

Terzo D'Andrea ha detto...

Hayao Miyazaki è da sempre appassionato dell'Italia, lo stesso studio Ghibli deve il suo nome al ricognitore Caproni Ca.309 "Ghibli" e come vettura personale aveva una Fiat 500 che è diventata l'iconica auto di Lupin III nel leggendario "Castello di Cagliostro".

P.S. Le sue dichiarazioni sull'animazione realizzata con l'IA ("un insulto alla vita stessa") sono sacrosante.
"Meglio Porco che fascista" (Marco, "Porco Rosso")