Beh, un po' di bias effettivamente c'è. Proprio in quegli anni Castelli pubblicava raccolte di canti alcolico-universitari, in una collana con titoli come "Canzoni sporche all'osteria", "Meglio bastardi che mai" e "Canti goliardici" che acquistai anch'io e passai sottobanco alla prof di italiano che cercava da anni il testo dell'Ifigonia. In quel contesto, Nanni Svampa con o senza Gufi era un'autentica miniera di raccolta della tradizione popolare non solo milanese, e sicuramente era in contatto con Castelli, che lo citava a man bassa nei libelli di cui sopra. Magari dietro questo accostamento effettivamente sbilanciato ci sta una scommessa dopo qualche bianchino in un bar ai Navigli: se perdi, devi mettermi in un articolo assieme a Bob Dylan o ai Pink Floyd.
L'articolo di Bob Dylan è pieno di refusi "Zimmermasa", "Jon Baez"... ...e cantonate "Pat Garret(t) & Billy The Kid, un film disimpegnato" Riguardo l'impegno politico l'anno dopo è uscita la bellissima "Hurricane" e ha messo le cose in chiaro... https://www.youtube.com/watch?v=voH11xV4AKI
Cosa mi avete riportato alla memoria ... Ricordo quel volumetto (o meglio, una delle sue edizioni) di canti goliardici curato da Castelli, di cui l'Ifigonia è uno dei testi portanti. Lo aveva trovato un mio compagno di corso in una bancherella o in una libreria dell'usato (dove allora si trovavano cose interessantissime, anche se spesso più che usato erano remainder), e me lo prestò: la goliardia era un mondo di cui avevo sentito vagamente parlare ma non conoscevo (ai tempi dei miei studi da annui era stata spazzata via dall'impegno politico), e si rivelò molto interessante. Lo stesso volumetto lo ritrovai nella biblioteca del padre (che aveva studiato a Pisa) di una ragazza con cui stavo. Se vi interessa, trovare la scansione qui https://www.mucchio-selvaggio.it/CONTENITORE_libri/LIBRI/I%20CANTI%20GOLIARDICI/I%20CANTI%20GOLIARDICI.pdf (scusate, non ho messo tag, la finestrella di edit è un po' disagevole).
Grazie del regalo; avevo perso il mio in un trasloco (o forse prestato e mai reso, chissà) e ne ricordavo molte parti praticamente a memoria, compreso il papiro e i relativi disegnini, che all'epoca erano censurati dal comune senso del pudore, ed oggi non passerebbero il filtro del comune senso woke. Impagabili le note a pié di pagina dell'Ifigonia, come "il riferimento alle Mille miglia e più oltre alla rossa Alfa Romeo pongono un limite post quem alla datazione dell'opera", o il calcolo del peso specifico dello smegma sulla base del volume della sfera ricavatane.
Quanti ricordi! Grazie anche da parte mia. Tanti anni fa, a casa di amici progressisti, entrambi insegnanti di lettere e latino, con i figli ancora piccoli, passavamo le serate, tra una discussione filosofica ed una politica, a cantare a squarciagola i canti goliardici, che io ricordavo quasi tutti a memoria. Un giorno poi vennero chiamati perché il figlio più piccolo, che evidentemente era andato sì a dormire, ma ancora ascoltava, si era messo a cantare l'osteria numero sei all'asilo. Che figura! Imbarazzatissimi, chissà dove l'avrà sentita, dissero. Sembra una barzelletta, ma ci sono più cose in cielo e in terra che nella nostra filosofia, caro il mio sir di Corinto. :-)
7 commenti:
Accostamento davvero singolare, per usare un eufemismo.
Non per la mia generazione: negli anni 70 li ascoltavano entrambi
Beh, un po' di bias effettivamente c'è.
Proprio in quegli anni Castelli pubblicava raccolte di canti alcolico-universitari, in una collana con titoli come "Canzoni sporche all'osteria", "Meglio bastardi che mai" e "Canti goliardici" che acquistai anch'io e passai sottobanco alla prof di italiano che cercava da anni il testo dell'Ifigonia.
In quel contesto, Nanni Svampa con o senza Gufi era un'autentica miniera di raccolta della tradizione popolare non solo milanese, e sicuramente era in contatto con Castelli, che lo citava a man bassa nei libelli di cui sopra.
Magari dietro questo accostamento effettivamente sbilanciato ci sta una scommessa dopo qualche bianchino in un bar ai Navigli: se perdi, devi mettermi in un articolo assieme a Bob Dylan o ai Pink Floyd.
L'articolo di Bob Dylan è pieno di refusi "Zimmermasa", "Jon Baez"...
...e cantonate "Pat Garret(t) & Billy The Kid, un film disimpegnato"
Riguardo l'impegno politico l'anno dopo è uscita la bellissima "Hurricane" e ha messo le cose in chiaro...
https://www.youtube.com/watch?v=voH11xV4AKI
Cosa mi avete riportato alla memoria ... Ricordo quel volumetto (o meglio, una delle sue edizioni) di canti goliardici curato da Castelli, di cui l'Ifigonia è uno dei testi portanti. Lo aveva trovato un mio compagno di corso in una bancherella o in una libreria dell'usato (dove allora si trovavano cose interessantissime, anche se spesso più che usato erano remainder), e me lo prestò: la goliardia era un mondo di cui avevo sentito vagamente parlare ma non conoscevo (ai tempi dei miei studi da annui era stata spazzata via dall'impegno politico), e si rivelò molto interessante. Lo stesso volumetto lo ritrovai nella biblioteca del padre (che aveva studiato a Pisa) di una ragazza con cui stavo. Se vi interessa, trovare la scansione qui https://www.mucchio-selvaggio.it/CONTENITORE_libri/LIBRI/I%20CANTI%20GOLIARDICI/I%20CANTI%20GOLIARDICI.pdf (scusate, non ho messo tag, la finestrella di edit è un po' disagevole).
Grazie del regalo; avevo perso il mio in un trasloco (o forse prestato e mai reso, chissà) e ne ricordavo molte parti praticamente a memoria, compreso il papiro e i relativi disegnini, che all'epoca erano censurati dal comune senso del pudore, ed oggi non passerebbero il filtro del comune senso woke.
Impagabili le note a pié di pagina dell'Ifigonia, come "il riferimento alle Mille miglia e più oltre alla rossa Alfa Romeo pongono un limite post quem alla datazione dell'opera", o il calcolo del peso specifico dello smegma sulla base del volume della sfera ricavatane.
Quanti ricordi! Grazie anche da parte mia. Tanti anni fa, a casa di amici progressisti, entrambi insegnanti di lettere e latino, con i figli ancora piccoli, passavamo le serate, tra una discussione filosofica ed una politica, a cantare a squarciagola i canti goliardici, che io ricordavo quasi tutti a memoria. Un giorno poi vennero chiamati perché il figlio più piccolo, che evidentemente era andato sì a dormire, ma ancora ascoltava, si era messo a cantare l'osteria numero sei all'asilo. Che figura! Imbarazzatissimi, chissà dove l'avrà sentita, dissero. Sembra una barzelletta, ma ci sono più cose in cielo e in terra che nella nostra filosofia, caro il mio sir di Corinto. :-)
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