2 febbraio 2015

Bloccata la copertina di Topolino pro Charlie-Hebdo



Che delusione leggere questa notizia!
È come quando una persona amata ti tradisce.
Ci sono settimanali che escono con numeri speciali come Spirou qui sotto, e poi ci sono Topolino che si rimangia una copertina oppure il Giornalino che la copertina non l'ha neppure immaginata.
Mi cadono le braccia.

12 commenti:

Mauro ha detto...

Chi non ha il coraggio non se lo può dare. Può al massimo nascondersi dietro il "politically correct".
Don Abbondio insegna. Disney impara.

Anonimo ha detto...

Be', non potevano mica rischiare di offendere qualcuno...

Anonimo ha detto...

Forse ha prevalso la logica aziendale, ma più probabilmente il timore per un fenomeno che è divenuto planetario: quasi sempre le medaglie si danno ai caduti.

Anonimo ha detto...

In primo luogo penso che non sia una decisione del Topolino italiano ma che siano le direttive della Disney.
Comunque noi in Italia siamo specializzati nel fare brutte figure, penso al instant book "Je suis Charlie" del Corriere della Sera, realizzato con le stesse intenzioni del numero speciale di Spirou (destinare il ricavato a Charlie-Hebdò) e contestato dagli autori perché non pagati.

Anonimo ha detto...

è una direttiva USA, curioso il fatto che negli Stati Uniti il Ku-Klux-Klan possa manifestare in rispetto al primo emendamento e la CNN dia ai suoi reporter l'ordine di non diffondere le vignette più offensive.
Comunque noi italiani ne usciamo male, ricordatevi della polemica che gli autori di alcune vignette hanno fatto contro il Corriere della Sera per la pubblicazione dell'instant book "Je suis Charlie", realizzato con gli stessi intenti del numero speciale di Spirou, in quanto non interpellati sui diritti d'aurore.

Anonimo ha detto...

Ho visto l'editoriale di Topolino 3089; c'è un immagine di Pippo reporter e un florilegio sulla matita: come pensavamo è evidente che la scelta di sostituire la copertina non è della redazione italiana ma arriva dalle alte sfere.

Corrierino ha detto...

Questo post #JeSuisCharlie ma non è successo niente? è in linea con quanto penso anche io. SO che la storia non si fa con i "se" ma sono convinto che il Corriere dei Ragazzi non si sarebbe comportato come il Giornalino e Topolino.

Che triste l'attuale mondo dell'editoria italiana delle riviste a fumetti per i giovani!

Anonimo ha detto...

Inizio con una provocazione: "gli assenti fanno sempre bella figura"
Non sappiamo cosa avrebbe fatto il Corrierino, ricordiamoci che l'argomento è un campo minato con PARECCHIE granate e, ai suoi tempi, anche sul CdP/CdR ci sono state parecchie censure, c'è un vecchio "Tilt!" proprio sulla censura che ironizzava sulla mano tremolante del censore che correggeva i fumetti.
Riguardo il Giornalino, sappiamo chi è l'editore di riferimento e, come parecchi di noi hanno visto c'è una copertina con vescovo, rabbino e imam uniti nella crociata contro Charlie.

Corrierino ha detto...

Nell'editoriale di Valentina Poli, la direttrice di Topolino, compaiono queste parole che fanno riferimento ad una copertina che non c'è più:

Quale forza magica si racchiude in una matita? Di certo quella di ridisegnare mondi capaci di regalare un sorriso a tutti i bambini e a chi, ogni tanto, vuole rivivere i sentimenti limpidi di quell’età. Noi del Topo ogni settimana siamo qui per questo e la copertina di questo numero è qui per sottolinearlo, con gioia e speranza.

Un direttore responsabile che parla di una coeprtina che qualcun altro gli ha soffiato sotto il naso. Siamo messi proprio bene!

Fabfab ha detto...

Credo che in nome di quella libertà che si va sbandierando in questi giorni dovrebbe essere inclusa anche quella di non dedicare una copertina all'evento di Charlie. Anzi, preferisco così che non vedere testate o individui che normalmente non contemplano tele libertà schierati a difesa di valori non loro per puro opportunismo. Per non parlare poi del fattaccio del Corriere della Sera, che sull'evento ha rubato e speculato...

Vertumno ha detto...

Premetto che la delusione per la rinuncia alla copertina è equivalente all'entusiasmo per la sua pubblicazione in rete, ma volevo aggiungere una piccola considerazione sulla questione: oltre alla reticenza della Disney, come marchio globale, all'endorsement di qualsiasi evento controverso, penso cha l'azienda - e qui parlo della WD Company - sia molto sensibile alla enorme vulnerabilità di un sito come Disneyland Paris, già indicato in passato come possibile obiettivo di azioni terroriste in Francia.
Detto questo,sono d'accordo sul fatto che il CdR non si sarebbe comportato così, ma stiamo parlando di una vera testata giornalistica, specie purtroppo in via di estinzione.

Corrierino ha detto...


Giusto due giorni fa una signorina della Panini mi ha telefonato per parlarmi di questa lettera e non ha saputo dirmi altro che non è colpa loro, bensì una scelta editoriale. E io le ho ripetutto che è proprio la scelta editoriale quella che mi aveva lasciato esterefatto. Mi ha detto che Topolino non è solo un giornale per adulti, ma anche per bambini e che quella copertina avrebbe potuto turbarli e le ho ribattutto che proprio i bambini di oggi, che forse non avrebbero sapututo interpretare le matite alzate di Topolino e Paperino, una volta adulti avrebbero apprezzato ancora di più il loro giornalino. Neanche le politiche di rimborso possono essere scalfite da questa scelta editoriale: avrei voluto lasciare la mia quarantina di euro ai redattori di Topolino perché si comprassero il numero speciale di Spirou per imparare cosa significhi veramente lavorare nei fumetti, ma invece la cortese signora Panini mi ha detto che non può farlo e deve proprio restituirni gli euro nel conto Paypal. Così la mia storia d'amore con Disney finisce dopo quasi 27 anni: avevo cominciato nel luglio 1988 con il nº 1702 di Topolino (il primo numero Walt Disney Italia dopo l'epoca Mondadori) e lascio adesso con il nº 3089 nel febbraio 2015. È proprio brutto quanto il tuo amore ti tradisce.

Qui una veloce carrellata su cosa è successo invece nelle testate francesi.