18 luglio 2021

Scaramacai e i vicini di casa

Tratto dal nº 45 del 5 novembre 1961 del Corriere dei Piccoli.



5 commenti:

Verlicchilaura7@gmail.com ha detto...

Bambini che fanno i minatori?! Ma chi scriveva queste storie?

Fantasio ha detto...

Beh, in fondo è solo una "miniera-giocattolo".
E per quanto oggi sembri abominevole, ancora nell'800 era normale che i bambini lavorassero in miniera...

Corrierino ha detto...

@Verlicchilaura7 ti consiglio di guardare le foto di Sebastião Salgado nella grande miniera aurifera di Serra Pelada in Brasile.
Ci sono voluti 6 anni al fotografo per poter accedere e fotografare la vita nella miniera.
Infatti, sotto il controllo dei militari, il fotografo aveva ricevuto unicamente dei rifiuti.
Solo nel 1986, quando l’amministrazione della miniera passa nelle mani di una cooperativa di minatori, Salgado riesce a entrarvi: ma non era preparato a un tale spettacolo.
Io ho visto quelle foto nel 2014 in una mostra ai Tre Oci di Venezia.
E poi, poco più tardi, ho visto il film di Wim Wenders "Il sale della terra" (qui il trailer).

Kaksy57 ha detto...

E' una storia del 1961. Le miniere a quell'epoca erano uno dei tanti lavori che - senza andare in Brasile - in Italia (Sulcis), e in Europa (Belgio, Germania, Gran Bretagna) ancora andavano per la maggiore (l'attuale Comunità Europea è l'erede della CEE, a sua volta erede ed estensione della CECA-Comunità Europea del CARBONE e dell'Acciaio, nata dai 6 Paesi di Italia, Germania Ovest, Francia e Benelux).
A quell'epoca, era plausibile che in un racconto favolistico dei bambini potessero avere una miniera da cui trovare sostentamento.
Già che ci siamo, vorrei fare notare il senso di povertà semplice e di miseria materiale che pervade il racconto: in Italia, a 15 anni dalla fine del disastro della II GM, c'erano ancora tantissime sacche di autentica povertà.
Dico: ben vengano questi racconti, se soltanto facessimo riflettere i nostri attuali bambini "digital native" a chi devono il loro benessere...

Fantasio ha detto...

Pienamente d'accordo con Corrierino e Kaksy. Sono passati 60 anni dalla scrittura di questo racconto, e iniziano ad essere tanti.