22 settembre 2021

Da che parte sta il razzismo?

Tratto dal Corriere dei Ragazzi nº 28 del 13 luglio 1975.



7 commenti:

VSPMHEB ha detto...


Nihil sub sole novum...

Vincenzo ha detto...

Grazie. Materiale doc che utilizzerò per un po' d'educazione civica

Fantasio ha detto...

All'epoca il problema era molto dibattuto, e questa è solo una delle tante lettere che venivano pubblicate (con adeguata risposta). Mi chiedo però se non fossero inventate, tutte o in buona parte, così da dare modo alla redazione di esprimersi sull'argomento.

Vincenzo ha detto...

Potrebbe darsi. In ogni caso, però, evidentemente rispondevano ad una precisa esigenza socio-culturale.
Non avevo proprio pensato a questa possibilità

Fantasio ha detto...

Lo sospetto perché il copione era sempre lo stesso, esattamente come vediamo in questo post: qualcuno scriveva giustificando gli atteggiamenti razzisti o persino vantandosene e la risposta era sempre misurata nella forma ma molto "severa" nel contenuto. E allora mi chiedo (e già mi chiedevo allora): ma chi è che scrive ad un giornale per ragazzi per fare apologia di razzismo? Avrei capito un quotidiano, ma il CdR?
Comunque è vero che in quel periodo l'intolleranza dei settentrionali verso gli emigrati raggiunse livelli estremi, facendo germogliare i semi che nel 1982 avrebbero portato alla nascita della Lega Lombarda eccetera. Purtroppo dalla fine degli anni '60 e per un decennio circa i livelli di criminalità raggiunsero, in tutto il paese, livelli mai visti prima (e neanche dopo, checché ne pensino a destra), con rapine, sequestri e omicidi che occupavano costantemente le prime pagine dei quotidiani, e arrivarono a far nascere uno specifico filone cinematografico, quello dei "poliziotteschi".
L'ondata di criminalità fu dovuta all'enorme ricchezza prodotta durante il "boom" e alla sua ineguale distribuzione che generò invidie ed appetiti, soprattutto da parte di chi era costretto ad emigrare non avendone potuto godere. Ma allora come oggi, la risposta fu quella di disprezzare in blocco tutti gli emigrati, senza capire che così facendo si aggravava il problema, che dopo quasi 50 anni è ancora lontano dall'essere risolto: è solo mascherato dalle nuove ondate di emigrati, che causano gli stessi problemi e vengono trattati allo stesso modo.

Anonimo ha detto...

Aggiungiamo a quello che giustamente dice Fantasio, che la mancata integrazione tra Sud e Nord rimane, non solo a livello ideologico, uno dei problemi strutturali del nostro Paese, non più forse a livello di "senso comune di massa", ma di uso e destinazione di risorse in tempi di fondi europei. Mai come in questi anni di "Europa, Europa!", il solco tra le due Italie si è approfondito. Gli immigrati svolgono il ruolo degli (ex) terroni e il Nord e il Sud sono sempre più lontani e più divisi, anche climaticamente... Nello

Vincenzo ha detto...

Trovo ragionevoli e raziocinanti le argomentazioni di Fantasio. Tuttavia, aggiungo questa notazione, da insegnante "terrone" che insegna al Nord, ormai da un numero non irrisorio di anni. Svariate volte, sia alle medie di primo grado che a quelle di secondo grado, ho avuto modo di affrontare tali tematiche. Con molta tristezza in cuore non posso però celare che taluni ragazzi adolescenti o addirittura preadolescenti utilizzino, nei riguardi degli immigrati di oggi, esattamente le argomentazioni che troviamo in questo articolo. E, mi spiace dirlo, non di rado ne ho sentito simili o identiche dai genitori di questi ragazzi e di queste ragazze. Non è un bel vedere, ahimè