2 gennaio 2022

La vita appesa a un filo

Tratto dal Corriere dei Piccoli nº 30 del 25 luglio 1971.





8 commenti:

carmelo ha detto...

Da 3000 metri non si fanno lanci con fune di vincolo, bella fantasia, ma poteva documentarsi....

Corrierino ha detto...

@Carmelo, io non so assolutamente nulla di paracudutsmo, però si tratta di una storia vera accaduta nel 1960, come si può leggere anche qui.

carmelo ha detto...

Se era un vincolato, e questi fatti son successi, allora la quota era sotto i 1000, diciamo fra 400 e 600, max 800 ... tt qui... Mino MIlani resta comunque un mio idolo, anche coi vari pseudonimi

Corrierino ha detto...

@carmelo, Armando Silvestri non è uno pseudonimo di Mino Milani.
Silvestri è stato uno scrittore di fantascienza e giornalista italiano direttore di vari periodici di aeronautica, così come anche descritto nella voce di wikipedia.
Prova a seguire il tag silvestri qui sul mio blog e vedrai che è l'autore di tutti i racconti della serie Le grandi avventure del cielo.

Anonimo ha detto...

Stavo per dimenticare il commento di Carmelo come "Troppo tecnico per me" quando il Signor di Lapalisse mi e` apparso in visione estatica. In un lancio vincolato da 3000 m il paracadute si apre appunto a 3000 m (questa la rivelazione del prode guerriero) per cui il paracadutista sta parecchio tempo ad alta quota. Qui l' aria rarefatta e` solo un fastidio, ma il vento lo potrebbe portare ben lontano - oltretutto il vento li` e` difficile da prevedere ed i paracadute del 1960 non erano certo i manovrabili strumenti di oggi. Forse il lancio e` avvenuto a 3000 piedi che sono diventati metri in un passaggio intermedio. Ci sta anche che io abbia scritto delle stupidaggini ... pietro

umberto ha detto...

Come si legge in questo articolo erano 3000 piedi
https://cmea-agmc.ca/award/gallantry/cpl-alfred-david-coxall-george-medal

carmelo ha detto...

Chiedo scusa, 3000 piedi, ovvero intorno agli 800 metri, ci sta più che bene, da vecchio paracadutista so di aver annoiato con inutile dettaglio. Ma appunto un "vincolone" a 3000 metri era pericoloso e inutile ... qualche apertura alta l'ho fatta, ma con vele ad alte prestazioni a con navigazione a seguito.
Faccio ammenda per aver attribuito il racconto a Milani, leggevo il CdP dai 7 ai 15 anni,, ovvero dal 1964 al 1972 ...tanti segreti non li conoscevo, e solo dopo capii che avevo avuto fra le mani opere di Toppi, De Gennaro, Pratt, Battaglia, Uggeri, etc...
Intanto son grato per quello che fai ... ne ho tratto spunto per stendere un paio di articoli sul Notiziario Storico dell'Arma dei Carabinieri, "I carabinieri nel fumetto italiano", e "I carabinieri nei soldatini di carta", la materia è stata poi rivisitata nell'agenda dell'Arma dei Carabinieri 2022.
Utilissime le schede, le sto raccogliendo e le mando, per materia, alla mia nipotiva di 7 anni, ci ho studiato e son state oro per le mie ricerche di allora...
Utilissimi anche i giochi, che stampato e messo da parte per regalarglieli fra qualche anno...
Peccato il nuovo format dei pezzi su fumetti, racconti articoli etc... ho perduto la possibilità di recuperare le pagine, stamparle a colori, e far finta di avere ancora con me quel tesoro.
Grazie comunque per ciò che dà e fa Corrierino ... prima non c'era nulla, meglio poco che nulla.

Anonimo ha detto...

In quel tempo, i resoconti giornalistici si basavano su fonti indirette, tramandate attraverso molteplici passaggi, alcuni non di rado verbali (magari per telefono: non esistevano le mail). Come risultato, quasi tutti contenevano, in percentuale varia, errori o inesattezze. D'altra parte, c'era la tendenza a fornire più particolari di quanto si faccia ora, con una comunicazione molto più schematica, e anche quando il redattore aveva accesso alla fonte primaria, la doveva poi trascrivere (o stenografare, se ne era capace, le fotocopie erano ancora rare e costose) velocemente e questo aumentava la probabilità di errore.
Se provate a leggere saggi di quegli anni, ci si rende conto delle limitazioni a cui gli studiosi, anche insigni, erano soggetti (una ricerca bibliografica che ora si compie in un quarto d'ora all'epoca richiedeva giorni, anche settimane), e inesattezze spesso sono presenti anche lì, figurarsi in autori di impostazione giornalistica (tanto per intendersi: all'epoca, la Storia d'Italia di Montanelli era spesso considerato un testo di storia ...).
Il particolare dei 3000 metri non era sfuggito neanche a me, ma anche io sono stato paracadutista, e è perfettamente normale che chi non ci sia passato direttamente, e magari debba scrivere rapidamente il pezzo (di solito dattiloscritto, non elettronico, e quindi di correzione più fastidiosa), si lasci sfuggire qualcosa del genere, anche se redattore o direttore di riviste aeronautiche e magari proveniente da studi di ingegneria come Silvestri.
Il fascino della riproposizione unabridged di questi racconti risiede (perlomeno per me) anche nel loro potere rivelatorio delle caratteristiche del periodo che vanno oltre il soggetto specifico.