Serie di interviste bellissima, didatticamente molto valida, e pedagogicamente intelligente. Chiaramente, ogni epoca ha le sue prassi: negli anni '80 si cominciava a rispettare la pronuncia originale dei nomi, ma su alcuni, più comuni e noti in traduzione, si manteneva quella che era la vulgata, come Maria Stuarda, o Massimiliano Kolbe. D'altronde, che lo si chiami Alexander o Alessandro, sempre al grande condottiero macedone ci riferiamo, così come se lo chiamiamo Caius Iulius Caesar, o Caio Giulio Cesare, sempre all'uomo politico romano del I secolo a.C. ci riferiamo (peraltro, se lo chiamassimo "Cèsar" sbaglieremmo lo stesso, perché i contemporanei dicevano "Kàesar"). E così, per dire, Descartes, che si faceva chiamare, latinizzando il proprio nome, secondo l'uso accademico del tempo, Cartesius, e che noi comunque chiamiamo Cartesio. Diciamo che oggi c'è una sensibilità diversa. Il Giornalino, come spesso accadeva, si poneva in posizione un po' più moderna rispetto alla stretta tradizione: ed ecco che accanto a un Carlo anziché Karl, a una Maria Stuarda anziché Mary Stuart, a un Massimiliano anziché Maksymilian, a un Enrico anziché Henry, si manteneva, abbastanza in controtendenza, Charles, Fryderyk, Francis, Simon, Richard, David etc. Se poi Louis XVI diventa Luigi... be', in Italia tutti riconducono Elisabetta II a Elisabeth II Windsor. E questa donna esiste, eccome... In ogni caso, anch'io preferisco, di gran lunga, la pronuncia originale dei nomi.
Ma davvero nell'anniversario della morte del 1982 era scoppiata una "garibaldimania" dove l'eroe dei due mondi era usato per spot dell'acqua minerale, per la moda del poncho e così via? Di solito si dice che gli italiani sono poco patriottici, era un po' diverso in quelli anni?
3 commenti:
Come mi da fastidio il fatto che un tempo venissero tradotti i nomi. Carlo Marx non è mai esistito. Karl Marx è esistito.
Serie di interviste bellissima, didatticamente molto valida, e pedagogicamente intelligente.
Chiaramente, ogni epoca ha le sue prassi: negli anni '80 si cominciava a rispettare la pronuncia originale dei nomi, ma su alcuni, più comuni e noti in traduzione, si manteneva quella che era la vulgata, come Maria Stuarda, o Massimiliano Kolbe. D'altronde, che lo si chiami Alexander o Alessandro, sempre al grande condottiero macedone ci riferiamo, così come se lo chiamiamo Caius Iulius Caesar, o Caio Giulio Cesare, sempre all'uomo politico romano del I secolo a.C. ci riferiamo (peraltro, se lo chiamassimo "Cèsar" sbaglieremmo lo stesso, perché i contemporanei dicevano "Kàesar"). E così, per dire, Descartes, che si faceva chiamare, latinizzando il proprio nome, secondo l'uso accademico del tempo, Cartesius, e che noi comunque chiamiamo Cartesio.
Diciamo che oggi c'è una sensibilità diversa. Il Giornalino, come spesso accadeva, si poneva in posizione un po' più moderna rispetto alla stretta tradizione: ed ecco che accanto a un Carlo anziché Karl, a una Maria Stuarda anziché Mary Stuart, a un Massimiliano anziché Maksymilian, a un Enrico anziché Henry, si manteneva, abbastanza in controtendenza, Charles, Fryderyk, Francis, Simon, Richard, David etc.
Se poi Louis XVI diventa Luigi... be', in Italia tutti riconducono Elisabetta II a Elisabeth II Windsor. E questa donna esiste, eccome...
In ogni caso, anch'io preferisco, di gran lunga, la pronuncia originale dei nomi.
Ma davvero nell'anniversario della morte del 1982 era scoppiata una "garibaldimania" dove l'eroe dei due mondi era usato per spot dell'acqua minerale, per la moda del poncho e così via? Di solito si dice che gli italiani sono poco patriottici, era un po' diverso in quelli anni?
Ciao.
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