7 marzo 2025

Che forza i Fratelli Marx!

Tratto dal Corriere dei Ragazzi nº 18 del 4 maggio 1975.



1 commento:

Fantasio ha detto...

Questo articolo di Grazzini ha, secondo il mio modesto parere, un'importanza notevole nell'evidenziare le profonde trasformazioni che ha avuto la nostra società, soprattutto quella italiana, da quando la possibilità di trasmettere, materialmente o virtualmente, le informazioni è diventata economica e accessibile a tutti. Chi di noi ha una certa età dovrebbe ricordare l'epoca non solo precedente Internet (< 1995) ma quella precedente l'enorme sviluppo delle TV private (< 1982), quando trovare informazioni su persone, film, cantanti, libri, eventi di ogni tipo, anche leggendari, richiedeva ricerche interminabili e di solito infruttuose.
Grazzini è stato tra i più importanti esperti di cinema italiani, eppure, in due brevi colonne:
- ritiene che i fratelli Marx fossero tre, quando erano cinque, di cui tre (non solo Groucho) ancora vivi nel 1975. E' vero che ben pochi sanno dell'esistenza di Gummo, ma Zeppo ha avuto un ruolo importante nei primi film, sino a "Duck Soup", e non può certo essere ignorato.
- ritiene che Harpo sia il più importante dei fratelli (praticamente parla solo di lui), quando oggi Groucho è universalmente riconosciuto come uno dei più grandi geni comici di tutti i tempi (senza nulla togliere alla grandezza di Harpo).
- parla solo di "Una notte sui tetti" (Love Happy), oggi considerato il peggior film dei fratelli, palese segno della loro decadenza e più in generale della decadenza, dopo la guerra, di una comicità molto "fisica" (come quella di Laurel e Hardy, che infatti sono declinati negli stessi anni).
- parla della comicità dei fratelli Marx come "poetica", "simpatica", "garbata", quando era invece dissacrante e piena di doppi sensi (e qui potremmo dare la colpa _anche_ al doppiaggio e all'impossibilità di tradurre decentemente le battute di Groucho). Tra l'altro lo era anche quella dello stesso Harpo.
Non è che Grazzini stesse facendo volutamente della disinformazione, ovvio, ma ciò non toglie che la sua visione del cinema, nel 1975, fosse davvero limitata, e proprio per la mancanza di informazioni (tra cui la sostanziale impossibilità di accedere ai film in lingua originale). Due anni dopo, quando in Italia uscì Star Wars, le stroncature di quasi tutta la critica ci diedero un altro celebre esempio di disinformazione... ma questa è un'altra storia.