Storia di una capacità di suggestione a metà tra le storie di fantascienza degli anni '50, piene di elementi meravigliosi e un po' ingenuamente kitsch, e una rappresentazione più "avanzata" della tecnologia da un lato (come negli Astrostoppisti di Zeccara) e più cupa dall'altro (un po' come in Paulus di Tommaso Mastrandrea e Gianni De Luca). Bella storia. Il tratto di Di Vitto assomiglia talvolta a quello che sarà di Roberto Rinaldi. Grazie Corriere-Giornalino per le emozioni che riesumi con certe storie che rileggiamo o che susciti con le bellezze che scopriamo per la prima volta. Io avrei cominciato a leggere il Giornalino l'estate successiva alla pubblicazione di questa storia, nel 1980...
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Storia di una capacità di suggestione a metà tra le storie di fantascienza degli anni '50, piene di elementi meravigliosi e un po' ingenuamente kitsch, e una rappresentazione più "avanzata" della tecnologia da un lato (come negli Astrostoppisti di Zeccara) e più cupa dall'altro (un po' come in Paulus di Tommaso Mastrandrea e Gianni De Luca). Bella storia. Il tratto di Di Vitto assomiglia talvolta a quello che sarà di Roberto Rinaldi. Grazie Corriere-Giornalino per le emozioni che riesumi con certe storie che rileggiamo o che susciti con le bellezze che scopriamo per la prima volta. Io avrei cominciato a leggere il Giornalino l'estate successiva alla pubblicazione di questa storia, nel 1980...
Pardon, tre estati dopo, nel 1982...
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