7 febbraio 2023

Il Gobbo di Notre-Dame

Storia apparsa sul Giornalino dal nº 6 del 14 febbraio 1999 al nº 9 del 7 marzo 1999.

















































































4 commenti:

FB ha detto...

Le mitiche riduzioni dei romanzi disegnate da Paolo Piffarerio.
A quando I promessi sposi?

Unknown ha detto...

Tutto molto bello, disegni di Piffarerio eccellenti come sempre (non ho mai visto nessun altro disegnatore bravo come lui nel "panneggio", le pieghe dei vestiti!).....tutto bello e fedele all'opera di Victor Hugo....tranne che nel finale! Purtroppo anche in questo caso si è voluto mettere per forza un "Happy End", quando invece manca del tutto: in "Notre Dame de Paris" il finale VERO è il trionfo dell'ingiustizia e la sconfitta dell'innocenza, ossia tutto l'opposto di quanto proclama il Re alla fine del racconto. Peccato perché, proprio come nel cartone Disney, si vogliono illudere i lettori/spettatori che la vicenda finisca bene: è chiaro che ognuno di noi lo vorrebbe, ma se Victor Hugo così non ha voluto, ci sarà pure un motivo e non mi sembra giusto tradire la sua volontà. D'altronde, in altri romanzi ridotti a fumetti su "Il Giornalino", come "I Miserabili" e "I Promessi Sposi", il lieto fine c'era anche nell'opera letteraria, quindi andavano bene, pur con tutte le "edulcorazioni" della trama....ma un finale è un finale.

Contix

MIchele Dr ha detto...

In effetti è strano che abbiano preferito evitare il finale triste presente nel romanzo originale di Hugo. Nel Giornalino erano già state pubblicate riduzioni a fumetti di opere dove il finale originale tragico era conservato, penso ad Amleto, a Romeo e Giulietta (entrambi adattati da Gianni De Luca) e anche alla Sirenetta adattata da Gino Gavioli. In quest'ultimo caso il fumetto manteneva il finale della fiaba di Andersen in parte triste, dato che la Sirenetta protagonista viene premiata ma solo dopo la sua tragica morte.

Io penso che non ci sarebbero stati problemi particolari nel riportare fedelmente il finale del romanzo, al massimo, per aver fatto comprendere meglio il romanzo. avrei aggiunto una "cornice" nella narrazione (un po' come c'era nella riduzione dei Promessi Sposi sempre di Piffarerio) mostrando l'autore Hugo narrare la storia mentre visita la cattedrale e alla fine della storia Hugo potrebbe aver mostrato alcuni oggetti legati ai protagonisti del romanzo per far capire che Quasimodo ed Esmeralda anche se nella loro vita non hanno avuto fortuna comunque sono persone che sentiamo a noi vicine che dunque ricorderemo sempre.

Chissà, forse la redazione del Giornalino di quel tempo dava un po' meno libertà di pubblicare temi "adulti" e "complessi" rispetto ai decenni precedenti, bisognerebbe chiederlo a sceneggiatori e disegnatori per saperlo...

Ciao

Michele

Angelo Cappelli ha detto...

Anche I miserabili avevano un finale molto più amaro rispetto alla versione di Nizzi, con Javert suicida e Jean Valjean che moriva dopo aver trascorso i suoi ultimi mesi in solitudine.
Bisogna aggiungere che i cambiamenti alla trama ((Frollo magistrato anzichè prete indegno, finale lieto) si trovavano già nel film del 1936,con Charles Laughton, che è considerato la riduzione migliore del romanzo.