28 ottobre 2020

Le rosse montagne dei barbari

Il 2º episodio dei Fuggiaschi tratto dal nº 24 del 12 giugno 1985 del Giornalino.





















Il primo episodio qui.

Il prossimo episodio dei Fuggiaschi tra una settimana qui.

16 commenti:

Massimiliano ha detto...

Chissà se Mino Milani ha scritto il testo su commissione o d'iniziativa. Certo, leggendo ora questo fumetto senza ricordi infantili che ne idealizzino la memoria, viene da pensare a cosa bisogna fare per campare ...

Verlicchilaura7@gmail.com ha detto...

Perché? Forse che non esistono luoghi dove i cristiani vengono perseguitati? Mai sentito parlare di Boko Aram? Semmai è stato profetico purtroppo

Massimiliano ha detto...

Comincio a capire l'attrazione che un fumetto del genere può esercitare oggi, e possa aver esercitato all'epoca ...
All'epoca giravano diversi fumetti postapocalittici dall'impianto narrativo improvvisato e dal linguaggio rudimentale. Mi faceva solo un po' sorridere ritrovare Milani, un autore che ricordavo attento, anche se non proprio attentissimo, al testo e allo stile, in questo calderone.
Poi, non discuto che la sovrapposizione con qualche dottrina possa stimolare il senso di identificazione e appartenenza, e che talvolta i gusti possano esserne influenzati.
Btw: la grafia usuale è Boko Haram, e i suoi attacchi non riguardano solo i cristiani. Non seguo in dettaglio questo capitolo di attualità, ma credo che la maggior parte delle loro vittime non lo sia ...

QuantoTempo ha detto...

Io mi ricordo di un telefilm americano trasmesso all'epoca, nel quale una famiglia normale si ritrovava in un futuro tecnologico ma militarizzato... ricordo anche di avere pensato che questa serie del Giornalino era simile a quella della tv.
Cercando qua e là viene fuori un titolo: "Dimensione Alfa", che però, secondo wikipedia, è del 1986. Magari qualcun altro si ricorda?

Giovanni Gaddoni ha detto...

Tralasciando ogni altra considerazione, il solo riferire a Mino Milani "...cosa bisogna fare per campare ..." vuol dire non conoscere minimamente ne' l'uomo ne' l'opera.

Mr. Mist ha detto...

@ QuantoTempo credo di ricordare anch'io la serie che citavi, se non erro l'antagonista era interpretato da un giovane Jonathan Banks, può essere?

Massimiliano ha detto...

i. @QuantoTempo
Dimensione Alfa, aka Otherworld. Sì, ricordo la serie (c'avevo pensato anch'io). Al tempo ne avevo visto due o tre episodi, e avevano suscitato in me una forte curiosità (e mi sembra di capire di non essere stato il solo). Ma con tutta la benevolenza conseguente, ne era evidente la scarsa qualità, suppongo per l'economia di mezzi. I produttori devono averla pensata allo stesso modo, perché venne interrotta quasi subito. Il postapocalittico, genere di grande successo in quel periodo, fu uno tra i più martoriati dall'improvvisazione, un po' come era successo allo storico e al western.

ii. @Giovanni Gaddoni
L'uomo, effettivamente, non lo conosco affatto: non l'ho mai incontrato, non ci siamo mai scambiati comunicazioni, non ho letto sue biografie (giusto wikipedia). Lo scrittore, qualcosa di più: non lo ritengo uno dei vertici letterari mondiali o nazionali, ma ne ho apprezzato, specie ai tempi del CdP, diversi scritti e sceneggiature (non è facile scrivere per bambini). Forse un po' poco, ma proprio per questo mi hanno incuriosito le circostanze della sceneggiatura di questo fumetto, che mi sembra assai sotto la sua media. Magari questa risposta puoi fornirla tu: da quello che affermi mi sembra che, al contrario di me, tu conosca Milani e abbia analizzato l'opera di Milani in modo sistematico e strutturato ...

Fantasio ha detto...

Io ho conosciuto Milani; certamente non ha mai avuto bisogno di "scrivere per campare", ma è sempre stato, più che uno scrittore prestato al giornalismo, un giornalista che, volendo, sapeva scrivere molto bene ma non ha mai voluto sfruttare seriamente il suo potenziale.
Per questa ragione Milani si adattava facilmente alle richieste dell'editore e del suo pubblico, cercando in ogni caso di dare il meglio di sé. Questo non gli impediva di essere poco convinto di quello che scriveva, se il lavoro era "su commissione", e spesso la poca convinzione si vedeva. Questa storia ne è un esempio, ma potrei citarne altre, come l'ultimo Martin Cooper, quello con gli zombi, o come la stravagante Anni 2000, con l'invasione aliena. In ognuno di questi casi non era chiaramente convinto delle tematiche, ma ha fatto con diligenza il suo "dovere" di sceneggiatore.
Milani è sempre stato un uomo molto modesto, ed è uno dei pochi che avrebbe potuto permettersi di non esserlo.

Giovanni Gaddoni ha detto...

@Massimiliano
Vedi, da tanti anni seguo da appassionato Mino Milani soprattutto come autore di fumetti, e mi è piaciuto approfondirne l'opera, non so se, non essendo professore, in modo sufficientemente sistematico e strutturato. Comunque, qualora tu sia interessato, se mi fornisci, eventualmente anche attraverso FB, un tuo indirizzo mail, sarò lieto di inviarti qualche lista cronologica e bibliografica, ed altro materiale utile alla conoscenza di Mino Milani.

QuantoTempo ha detto...

Per Mr. Mist... un po' in ritardo, isto che non lo sapevo sono andato a vedere su Wikipedia e sì, nientemeno che Jonathan Ray Banks.

Massimiliano ha detto...

@Giovanni Gaddoni
Il il mio interesse verso la produzione di Milani rimane tiepido, l'ho sempre considerato, fin dall'infanzia, un onesto, e si può dire anche dotato, lavoratore nel mondo della scrittura, e proprio per questo ero rimasto un po' sorpreso si trovare il suo nome associato a un soggetto e a un testo così grossolani, per di più anche un po' delicati per la possibilità di interpretazione propagandistica a cui si espongono (ma forse all'epoca non c'era a riguardo l'isteria odierna, anche se ricordo che il tema dell'immigrazione era già ampiamente discusso: non credo che una rivista attenta ai toni come il Giornalino l'accetterebbe oggi, soprattutto perché come propaganda apparirebbe un po' grottesca).
È evidente, come ha fatto notare Fantasio, la scarsa convinzione messa in questo lavoro, e devo confessare che per un momento ho avuto il dubbio se il tuo primo riferimento a Milani avesse intenzioni dispregiative nei suoi confronti, in quanto implicitamente (e vedo ora inconsapevolmente) suggeriva un'equiparazione di questo lavoro con la sua produzione media, che ritengo di livello superiore.
E il "campare" sia detto senza alcuna intenzione di dileggio: anche a me accade di dover fare per lavoro cose di cui non sono assolutamente convinto, ma dopo che ho presentato i miei suggerimenti a riguardo, se il committente insiste e mi mantiene l'incarico (può accadere lo revochi), lo faccio e basta (e, se posso, evito di metterci il mio nome).

PS. Eppure certi fumetti che mi passarono fugacemente per le mani all'epoca (ero già grandicello, sui vent'anni e passa), li rileggerei volentieri. Li ricordo ancora più trascurati e improvvisati di questo, purtroppo non ne ricordo né titolo né autori, e nemmeno la testata. Ho il sospetto fosse qualcosa come Albo Bliz, una rivista su cui non esprimo giudizi perché ne ho letto pochissimi e sporadici numeri, ma se non erano rappresentativi della sua qualità media allora sono stato molto sfortunato nel pescarli (e ancora mi chiedo chi li avesse acquistati, ma alloggiavo in un collegio universitario e forse qualche studente attratto dalle foto di copertina).

Chiedo scusa, ho scritto troppo, ma è stata una giornata faticosa e trovo rilassanti le discussioni sulla produzione fumettistica (a proposito, colgo l'occasione per ringraziare di nuovo questo blog per ospitalità e le proposte)

Contix ha detto...

L'avevo immaginato che una serie del genere oggi non solo farebbe discutere (e tutti questi commenti ne sono la prova), ma sarebbe addirittura messa al bando.
I tempi sono cambiati, inutile negarlo e per la mentalità di oggi è inaccettabile rappresentare una divisione così netta fra buoni (i "cristiani" nel fumetto) e cattivi (gli "Zorkas", dagli inequivocabili tratti somatici africani e mediorientali).

Riguardo a Mino Milani, tutto si può dire di lui tranne che le sue storie lascino indifferenti chi le legge.

Vincenzo ha detto...

Comunque, quello del "lavoro su commissione" è soltanto un'ipotesi, credo più retorica che altro. Non credo vi fosse alcuna "commissione", forse al massimo qualche suggerimento. Ma, appunto, anche questa è una mera ipotesi. E, sempre per rimanere sulle ipotesi, a me pare per nulla improponibile che a volersi cimentare con una storia siffatta (a mio avviso tutt'altro che mediocre, per essere rivolta a dei ragazzetti) fosse lo stesso Milani, magari a seguito di una intuizione narrativa a carattere distopico.

paolop ha detto...

C'è anche una curiosa contraddizione geografica: il quartiere generale degli Zorkas è a Venezia; quindi i fuggiaschi, passando il Piave, si trovano a est del Piave. Eppure vanno sul Monte Grappa che sta a ovest del Piave. Peggio ancora, negli episodi successivi andranno a Milano! Che hanno fatto, hanno passato il Piave un'altra volta e sono tornati in territorio Zorkas? :D

Fantasio ha detto...

A meno che solo il quartier generale degli Zorkas si trovasse a Venezia, con gli "schiavi" relegati sulla riva opposta del Piave, diciamo dalle parti di Vittorio Veneto. Non che ci creda molto, ma Milani era sempre molto preciso con i suoi riferimenti storici e geografici, e pare strano un errore simile, oltretutto con tanto di cartina dettagliata all'intero del racconto.

Giovanni Gaddoni ha detto...

Il punto è che la cartina geografica viene riconosciuta come tale ed esaminata solo DOPO il passaggio del fiume, che i fuggiaschi apprendono quindi essere il Piave, e solo allora decidono di raggiungere le zone rosse: per arrivare a quelle sul Monte Grappa poste a nord-ovest dovranno riattraversare il fiume, mentre per quelle poste a nord-est, no. Ma non vedo comunque in tutto questo alcuna contraddizione geografica od errore narrativo, ne' tantomeno nel fatto che in seguito arrivino fino a Milano, che dista dal Piave circa 300 Km. percorribili a cavallo di buon passo più o meno in sette giorni.