Come sempre Toppi ci regala delle belle pagine illustrate di Storia. La passione per questa materia mi è venuta da ragazzo leggendo questi racconti sul corriere dei piccoli e poi dei ragazzi. Unico neo in tanta bravura gli inchiostri a tinte nette che stridono un pò con il segno del Maestro. Ma probabilmente, forse, all'epoca non c'era una grande scelta di colori come oggi e credo non dipendesse dall'autore . Grazie sempre per queste bellissime pagine (in un momento ancora difficile).
Ciao, in libreria troverai albi di Toppi con magnifiche rifiniture ad acquerello, ma gli autori europei fino agli anni 90 creavano le immagini in modo che le ombreggiature fossero date dal tratto e non dal colore, permettendo così un prodotto valido anche per la pubblicazione più economica in bianco e nero. Qui bisognerebbe chiedere a chi c'era: in quegli anni cosa utilizzava il corrierino? La sovrapposizione CMYK delle 4 tonalità di retini? Penso che in quel periodo fosse disponibile una gamma di massimo 64 (in realtà 63, uno era il nero...) colori, ed a scegliere la gamma era la casa editrice. Qualche post fa commentavo sulla restrizione ai toni del rosso s alcune tavole. Chissà se qualcuno, magari @Fantasio sa dirci qualcosa in più.
Sicuramente il CdP usava i 4 retini, anche se il risparmio ad ogni costo dettava legge. Era purtroppo molto frequente il disallineamento dei retini, con conseguente "astigmatismo", come si può vedere qui - ad esempio: https://corrierino-giornalino.blogspot.com/2011/11/poldino-spaccaferro-e-le-spie-puntate-1.html, pagina 21 della rivista. Spessissimo si faceva a meno di un retino, e cerdo anche di due. Esempio: https://corrierino-giornalino.blogspot.com/2021/02/i-capelli-sono-come-le-piante.html
Grazie Fantasio! Talvolta vedo albi americani dell'era post-digitale, come quelli di Alex Ross (Marvels, Kingdom Come) dipinti con colori che la stampa tradizionale CMYK, anche dal digitale, non può riprodurre, e quindi richiedono una tecnologia speciale anche in tipografia. E naturalmente mi chiedo se pittori come Di Gennaro, o altri prima e dopo di lui, avessero avuto questi strumenti...
Purtroppo, non sapendolo fare (e sempre me ne rincresce), non ne so molto delle tecniche per disegnare o dipingere e neanche di quelle per riprodurre al meglio disegni o quadri. Chiaramente Di Gennaro non poteva servirsi di alcuna tecnica digitale e non penso avesse a disposizione strumenti più avanzati dei retini tipografici, ma di più non saprei dire.
@Gianni e @Fantasio se volete sapere quali tecniche usasse Aldo Di Gennaro perché non glielo chiedete direttamente? Ad es. su Facebook è disponibile qui: https://www.facebook.com/aldodigennaro778.
7 commenti:
Come sempre Toppi ci regala delle belle pagine illustrate di Storia. La passione per questa materia mi è venuta da ragazzo leggendo questi racconti sul corriere dei piccoli e poi dei ragazzi. Unico neo in tanta bravura gli inchiostri a tinte nette che stridono un pò con il segno del Maestro. Ma probabilmente, forse, all'epoca non c'era una grande scelta di colori come oggi e credo non dipendesse dall'autore .
Grazie sempre per queste bellissime pagine (in un momento ancora difficile).
Ciao,
in libreria troverai albi di Toppi con magnifiche rifiniture ad acquerello, ma
gli autori europei fino agli anni 90 creavano le immagini in modo che le ombreggiature
fossero date dal tratto e non dal colore, permettendo così un prodotto valido anche per la pubblicazione più economica in bianco e nero.
Qui bisognerebbe chiedere a chi c'era: in quegli anni cosa utilizzava il corrierino?
La sovrapposizione CMYK delle 4 tonalità di retini?
Penso che in quel periodo fosse disponibile una gamma di massimo 64 (in realtà 63, uno era il nero...) colori, ed a scegliere la gamma era la casa editrice.
Qualche post fa commentavo sulla restrizione ai toni del rosso s alcune tavole.
Chissà se qualcuno, magari @Fantasio sa dirci qualcosa in più.
Sicuramente il CdP usava i 4 retini, anche se il risparmio ad ogni costo dettava legge. Era purtroppo molto frequente il disallineamento dei retini, con conseguente "astigmatismo", come si può vedere qui - ad esempio:
https://corrierino-giornalino.blogspot.com/2011/11/poldino-spaccaferro-e-le-spie-puntate-1.html, pagina 21 della rivista.
Spessissimo si faceva a meno di un retino, e cerdo anche di due. Esempio:
https://corrierino-giornalino.blogspot.com/2021/02/i-capelli-sono-come-le-piante.html
Grazie Fantasio!
Talvolta vedo albi americani dell'era post-digitale, come quelli di Alex Ross (Marvels, Kingdom Come) dipinti con colori che la stampa tradizionale CMYK, anche dal digitale, non può riprodurre, e quindi richiedono una tecnologia speciale anche in tipografia.
E naturalmente mi chiedo se pittori come Di Gennaro, o altri prima e dopo di lui, avessero avuto questi strumenti...
Purtroppo, non sapendolo fare (e sempre me ne rincresce), non ne so molto delle tecniche per disegnare o dipingere e neanche di quelle per riprodurre al meglio disegni o quadri. Chiaramente Di Gennaro non poteva servirsi di alcuna tecnica digitale e non penso avesse a disposizione strumenti più avanzati dei retini tipografici, ma di più non saprei dire.
@Gianni e @Fantasio se volete sapere quali tecniche usasse Aldo Di Gennaro perché non glielo chiedete direttamente? Ad es. su Facebook è disponibile qui: https://www.facebook.com/aldodigennaro778.
E con questo ci hai fatto un altro grande regalo! Grazie!
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