Il disegno sempre abbastanza brioso, la storia un po' piatta e stanca. Chissà se era un problema di spazio sulla rivista, o delle vicissitudini di Jac con l'editrice AVE, o che altro ...
Per quanto possa sembrare un paradosso, quello del disegno alla fine diventa uno stile personale con propri stilemi, quindi sempre abbastanza riproducibile nei suoi standard qualitativi. Per quanto concerne l'invenzione delle storie, a un certo punto diventa più complesso: ripetere il medesimo schema narrativo inventando infinite variabili. Il buon Jac veniva da decenni di indefesso lavoro e invenzioni. A mio avviso, si trattava di una fisiologica stanchezza
Eh, Jacovitti ha avuto il suo periodo migliore nella seconda metà degli anni '60, quando realizzava Coccobill per iL Giorno dei Ragazzi e poi per il Corriere dei Piccoli (e non solo Coccobill). Dopo 20 anni era ormai in declino, anche col disegno (come tradiscono i tratteggi, prima inesistenti, all'interno delle facce). Autore ingiustamente snobbato da vivo e rivalutato da morto... come il grande Totò.
3 commenti:
Il disegno sempre abbastanza brioso, la storia un po' piatta e stanca. Chissà se era un problema di spazio sulla rivista, o delle vicissitudini di Jac con l'editrice AVE, o che altro ...
Per quanto possa sembrare un paradosso, quello del disegno alla fine diventa uno stile personale con propri stilemi, quindi sempre abbastanza riproducibile nei suoi standard qualitativi. Per quanto concerne l'invenzione delle storie, a un certo punto diventa più complesso: ripetere il medesimo schema narrativo inventando infinite variabili. Il buon Jac veniva da decenni di indefesso lavoro e invenzioni. A mio avviso, si trattava di una fisiologica stanchezza
Eh, Jacovitti ha avuto il suo periodo migliore nella seconda metà degli anni '60, quando realizzava Coccobill per iL Giorno dei Ragazzi e poi per il Corriere dei Piccoli (e non solo Coccobill). Dopo 20 anni era ormai in declino, anche col disegno (come tradiscono i tratteggi, prima inesistenti, all'interno delle facce). Autore ingiustamente snobbato da vivo e rivalutato da morto... come il grande Totò.
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